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Il Consiglio dei Ministri approva il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti

29 aprile 2016

Comunicato stampa: http://www.governo.it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-115/4604

Il testo del disegno di legge è quello che era stato predisposto dalla Commissione di esperti nominata dal MISE, di cui anche il Professor Galli ha fatto parte, ed oltre a modificare la legge istitutiva delle Sezioni Specializzate, contiene alcuni adeguamenti del nostro diritto interno alle regole sostanziali contenute nella UPC, in particolare disciplinando per la prima volta in modo espresso la contributory infringement.

Ma soprattutto questo passaggio apre la via all’ultimo atto del sofferto processo di adesione dell’Italia al sistema del Brevetto Unitario: ora comincia il conto alla rovescia dell’operatività di questo sistema, al quale occorrerà arrivare preparati.

“Oggi se copiano un brevetto in tutta Europa (ed è frequente perché i prodotti innovativi, veri o falsi, circolano!), per farli smettere è necessario fare una causa per ogni Paese, assumendone i relativi costi.

Allo stesso modo, se un prodotto è accusato di contraffazione, si rischia di trovarsi coinvolti in dieci o venti cause, sempre Paese per Paese. I costi sono enormi, specie per le PMI e in più vi è il rischio di essere giudicati “a macchia di leopardo”, con effetti devastanti sulla circolazione delle merci.

Con la UPC, vi sarà una causa unica con effetti Europe-wide (o meglio: con effetti estesi ai Paesi che aderiranno al Brevetto Unitario), davanti non a Giudici stranieri, ma ad un Tribunale multinazionale, in cui sederanno anche Giudici italiani (non solo in Italia), con tempi certi (e più brevi dei nostri) e una procedura unica, eguale in tutta Europa e quindi la possibilità di farsi difendere dai propri legali nazionali anche fuori dal proprio Paese, il che apre grandi prospettive anche ai nostri Studi.

In più il brevetto unitario (che rimane un’opzione: se si ritiene più conveniente, si può continuare a depositare brevetti europei non unitari o brevetti nazionali, questi ultimi “litigati” per Stato e davanti alle Corti nazionali) significa meno costi per la registrazione e il mantenimento, eliminazione delle traduzioni e della validazione Stato per Stato, eliminazione dell’onere di pagare le tasse annuali sempre Stato per Stato, con costi (e rischi di errore!) elevatissimi.

È chiaro che questo significa meno entrate per chi faceva le traduzioni e i depositi: ma le risorse liberate dall’eliminazione di questi oneri potranno venire reinvestite in innovazione e quindi in nuovi brevetti, innescando un circolo virtuoso per tutti, imprese, avvocati e consulenti.

Certo, molte abitudini dovranno cambiare: è una sfida, ma una sfida che è doveroso raccogliere.” (Avv. Prof. Cesare Galli)